FABRIZIO PREVEDELO & MICHELE TOCCA | Verticale terra: Curated by Davide Ferri

Fabrizio Prevedello / Michele Tocca

Verticale terra

curated by Davide Ferri

April 23 > July 30, 2021

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Verticale terra features works by Fabrizio Prevedello and Michele Tocca. Not a double solo show, this dialogue between different poetics runs along a single story narrated through the gallery’s three rooms that provides common ground for the two artists’ forms of expression: Prevedello’s sculpture and Tocca’s painting and is based on the perspectives and movements of the gaze fostered by their works, on one hand, and certain vaguely recurring themes, on the other.

Prevedello develops his ideas through his materials of preference—plaster, and different varieties of marble but also slate, onyx—found and carted off during his wanders in the Apuan Alps, his chosen place of residence and perennial source of inspiration. Many of his sculptures arise from fragments of places he has traversed, which when combined, assembled or enclosed in structures made with common building materials like reinforced concrete and iron (through workman’s gestures wrought in myriad ways) give life to three-dimensional composite shapes. While leaving options open for the possibility of an inside, an underside or a backside, very often his works do not emerge far from the wall, in this way offering a privileged vantage point to the viewer, together with surfaces and fields capable of expanding a landscape’s character in space or the messages coming from different panoramas as devices capable of reconfiguring and reinventing one’s view of a location.

Tocca’s works seem instead derived from a minimalist view of the ordinary, things happened upon during a stroll or inside a domestic environment, set aside in marginal spaces, of which every painting is a portrait, a translation of the thing’s ‘here and now” based on the process of taking measure of the visual appearance and the atmosphere of the live, the living. Tocca’s canvases can thus coincide with landscape and landscape painting while alluding to history’s unescapable suggestions (vedute, in particular, as well as a certain school of travel painting) or paintings with the image of an object that once painted on an undefined plane preserves the marks of time and surroundings in the folds and imperfections of its surface. The subjects of Tocca’s paintings draw the observer into a first-hand, close-up view, directing it downward or upward (or toward a horizon line grazing the painting’s upper edge) and are repeated in series with minimal variations of light and nuance that give the painting their overall tone and tenor.

Verticale terra is an exhibition of surfaces: hard and sharp here, dusty and hazy there, a dialogue between fields—the range of whites, grays, and blacks of Prevedello’s marbles and the earthy yellows, grays, and browns on Tocca’s palette—that may take on the appearance of a match-up or a musical score in which different tones are triggered and instigate one another in turn.

Tocca and Prevedello’s works also share certain aspects of formal nature: the tendency of both to construct images that develop around a tightly plotted foreground seen from up close with slight traces of depth in constant balance and contrast with the tactility of the surface.

Verticale terra also alludes to a movement in the way the works have been laid out: from the idea of a landscape revealed in vertical, ascent, and upward progression, and a descent to the horizontal (particularly in the works in the final room) and the ground at your feet, the destination of the dialogue between Michele Tocca and Fabrizio Prevedello.

 

Davide Ferri

 

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Verticale terra è una mostra di Fabrizio Prevedello e Michele Tocca, non una doppia personale, ma un dialogo tra due poetiche lungo il filo di un unico racconto, che coinvolge le tre sale della galleria e fa incontrare i linguaggi dei due artisti – la scultura nel caso di Prevedello, la pittura nel caso di Tocca – sulla base di prospettive e movimenti dello sguardo tracciati dalle loro opere, e alcune, pur vaghe, ricorrenze tematiche.


Il lavoro di Prevedello si sviluppa attraverso alcuni materiali d’elezione – differenti tipi di marmo, ma anche ardesia, onice e gesso – ritrovati e prelevati nel paesaggio, in particolare quello delle Alpi Apuane, dove l’artista ha scelto di vivere che è da sempre fonte di sollecitazioni per il suo lavoro. Molte sue sculture nascono a partire da frammenti di luoghi conosciuti e attraversati camminando che, combinati, assemblati o isolati in
strutture realizzate con materiali da costruzione come il cemento armato e il ferro (e attraverso una gestualità bassa, che include uno spettro di azioni declinabili in verbi all’infinito) danno vita a forme compostamente tridimensionali. Molto spesso i suoi lavori, pur lasciando intravedere la possibilità di un dentro, di un sotto e di un rovescio, non si discostano dal muro, e offrono allo spettatore un verso privilegiato, superfici e
campiture capaci di espandere, nello spazio, il carattere di un paesaggio o indicazioni provenienti da paesaggi diversi, dispositivi in grado di riconfigurare e reinventare la visione di un luogo.


I lavori di Tocca sembrano invece nascere da visioni minime e ordinarie, di cose incontrate nel corso di passeggiate o all’interno dello spazio domestico, in zone marginali, e di cui ogni dipinto è un ritratto, la traduzione di un ‘qui e ora’ della cosa che si basa su processo di registrazione del dato visivo e atmosferico dal vivo. La pittura di Tocca può dunque coincidere con il paesaggio, un paesaggio che reca le tracce di
suggestioni che vengono inevitabilmente dalla storia (in particolare dal vedutismo e da una certa pittura di viaggio), o far combaciare il quadro con l’immagine di un oggetto che, dipinto su un piano indefinito, conserva, nelle pieghe e nelle impurità di superficie, le tracce del tempo e dell’atmosfera. I soggetti dei quadri di Tocca chiamano lo spettatore a uno sguardo diretto e ravvicinato, spingendolo verso il basso o verso l’alto
(verso una linea dell’orizzonte che può sfiorare il margine superiore del dipinto) e, ripetuti in serie, registrano minime variazioni di luce e atmosfera che determinano il timbro e il tono generale dei dipinti.
Verticale terra è dunque una mostra di superfici, a tratti dure e taglienti a tratti polverose e brumose, un dialogo tra campiture – la gamma di bianchi, grigi e neri dei marmi di Prevedello e la tavolozza terrosa dei dipinti di Tocca, di gialli, grigi e marroni – che può assumere le forme di un confronto o di uno spartito in cui differenti toni si attivano e rilanciano reciprocamente.


I lavori di Tocca e Prevedello vengono inoltre accostati sulla base di alcuni aspetti di natura formale: la tendenza di entrambi a costruire immagini che si articolano attorno a un primo piano molto ravvicinato, un primo piano stretto, con lievi accenni di profondità in costante equilibrio e contrasto con la tattilità di superficie.

Verticale terra è anche il racconto di un movimento che ha a che fare con l’articolazione dei lavori in mostra: dall’idea di un paesaggio che si dispiega in verticale, di salita e progressione verso l’alto, a una discesa verso il piano orizzontale (che coincide con i lavori esposti nell’ultima sala), verso il basso e la zona di terra più prossima ai piedi, approdo del dialogo tra Michele Tocca e Fabrizio Prevedello.


Davide Ferri